Nuovi sequestri di bici  elettriche. GLI SPUNTI CRITICI DI MARATEA.

11.09.2025
Appena il tempo di annunciare sui social con orgoglio il nuovo sequestro di biciclette elettriche , che l'assessore alla Sicurezza, Antonio Corsetto, deve affrontare la critica 'sociale' del consigliere Vito Maratea, compagno di Maggioranza, il quale fa eco a numerosi commenti  i quali  rimarcano il fatto che vengono sequestrati solo i mezzi dei braccianti africani mentre i giovani bulli continuano a scorazzare sui marciapiedi con i loro velocipedi elettrici e non,  ad   infastidire  i passanti, a volte, ferendoli, a deridere i ciechi, a parcheggiare  sui marciapiedi usando gli scivoli per i disabili come rampa, a sparare rumorosi quanto fastidiosi fuochi d'artificio ogni sera e a rimanere impuniti. Scrive Vito Maratea :


" [...]Quello che ho visto questa sera mi impone un dovere morale: parlare. Non posso restare in silenzio, perché certe immagini ti restano dentro e ti costringono a dire ciò che senti.

Ho visto l'ennesimo sequestro di bici elettriche. Bici appartenenti, per la maggior parte, a ragazzi stranieri. Ragazzi che ogni giorno si alzano prestissimo per andare a lavorare nei campi del Sele. Ragazzi che non hanno alternative, che non hanno auto, che non hanno mezzi pubblici. Quelle bici sono il loro unico strumento di libertà, l'unico modo per raggiungere un lavoro duro, faticoso, spesso sottopagato e a volte persino sfruttato.

Per comprarle hanno fatto sacrifici enormi. Per molti di loro significa rinunciare a un mese intero di stipendio, uno stipendio già misero, frutto di giornate passate piegati nei campi. Non parliamo di capricci o di lusso, ma di un mezzo essenziale per vivere e lavorare.

E allora io mi chiedo: perché non si usa la stessa forza altrove?

Perché non si usa la stessa forza contro chi, nelle piazze del centro, sfreccia con monopattini e bici elettriche mettendo a rischio l'incolumità dei cittadini?

Perché non si usa la stessa forza contro chi, sul viale, corre con moto e auto a velocità folli senza che nessuno riesca a fermarli?

Perché non si usa la stessa forza contro gli spacciatori che avvelenano intere generazioni?

Perché non si usa la stessa forza contro chi bivacca ubriaco sulle scale della rotatoria di Santa Cecilia, offendendo ogni giorno il senso stesso della convivenza civile?

E soprattutto: perché quelle pattuglie, questa sera, non erano nelle periferie?

Perché non erano a Santa Cecilia, a Cioffi, lungo la fascia costiera? Lì dove i cittadini da tempo chiedono sicurezza, lì dove più volte abbiamo sollecitato interventi seri e duri, lì dove invece, troppo spesso, le risposte tardano ad arrivare.

Io non dico che le regole non vadano rispettate. Le regole vanno rispettate sempre. Ma esiste anche una regola più grande, quella del buon senso, quella della giustizia. E io credo che non si possa continuare a essere duri con i deboli e deboli con i duri. Perché così si manda un messaggio sbagliato, si colpisce chi non ha voce e si lascia campo libero a chi invece i problemi li crea davvero.

E stasera, davanti a quello che ho visto, so che tacere sarebbe stato ingiusto".