Lettera di Daniele Petrone dopo l'accoltellamento al pontile di Capaccio: "Non facciamo di tutti gli stranieri dei criminali!"

25.09.2025
Daniele Petrone, vittima, nella serata dello scorso sabato, dell'accoltellamento da parte di un extracomunitario  mentre pescava, affida al figlio, Antonio, una lettera in cui ringrazia chi l'ha aiutato, chi gli è stato vicino e chi gli ha augurato una rapida guarigione.  Aggiunge poi dei particolari sull'accaduto.


 

"Finalmente sono fuori pericolo. Mi dispiace non aver potuto rispondere a tutti, ma ci tengo a ringraziarvi per tutta la vicinanza dimostratami in questi giorni. Grazie al 118. Grazie al Presidio ospedaliero di Eboli. Grazie allo staff medico, al personale medico e paramedico del Ruggi d'Aragona di Salerno. Grazie per la solidarietà umana e l'alta professionalità dimostrate, che testimoniano lo spirito e la passione di una professione così delicata, al di là di tutti i problemi della sanità pubblica. Grazie a chi mi ha voluto dedicare un pensiero di incoraggiamento, grazie di cuore. Mi è servito tanto sentire l'affetto e la stima da parte di un'intera comunità, e non solo. La pesca è una passione che questo incidente non mi farà desistere dal praticare. Una pesca rispettosa dell'ambiente, educata, civile, in cui lo spirito sportivo supera qualunque differenza di razza, cittadinanza, religione: perché essa accomuna e non divide. I balordi e gli ubriaconi non c'entrano con la caccia allo straniero. In molti si chiederanno il perché di questa aggressione vile, e io rispondo in modo semplice: è stata causata dai fumi dell'alcol. Benchè più volte invitato da me a pensare al figlio che veniva per pescare, con la speranza di fare una cattura e non di certo per vedere il padre in quelle condizioni, l'aggressore ha pensato bene di munirsi di un coltello e di attaccare un altro pescatore. Ringrazio tutti ma non facciamo di tutti gli stranieri dei criminali: si è trattato di un balordo e un ubriacone, solo questo."
Daniele Petrone.