Lettera di Daniele Petrone dopo l'accoltellamento al pontile di Capaccio: "Non facciamo di tutti gli stranieri dei criminali!"

"Finalmente sono fuori pericolo. Mi dispiace non aver potuto rispondere a tutti, ma ci tengo a ringraziarvi per tutta la vicinanza dimostratami in questi giorni. Grazie al 118. Grazie al Presidio ospedaliero di Eboli. Grazie allo staff medico, al personale medico e paramedico del Ruggi d'Aragona di Salerno. Grazie per la solidarietà umana e l'alta professionalità dimostrate, che testimoniano lo spirito e la passione di una professione così delicata, al di là di tutti i problemi della sanità pubblica. Grazie a chi mi ha voluto dedicare un pensiero di incoraggiamento, grazie di cuore. Mi è servito tanto sentire l'affetto e la stima da parte di un'intera comunità, e non solo. La pesca è una passione che questo incidente non mi farà desistere dal praticare. Una pesca rispettosa dell'ambiente, educata, civile, in cui lo spirito sportivo supera qualunque differenza di razza, cittadinanza, religione: perché essa accomuna e non divide. I balordi e gli ubriaconi non c'entrano con la caccia allo straniero. In molti si chiederanno il perché di questa aggressione vile, e io rispondo in modo semplice: è stata causata dai fumi dell'alcol. Benchè più volte invitato da me a pensare al figlio che veniva per pescare, con la speranza di fare una cattura e non di certo per vedere il padre in quelle condizioni, l'aggressore ha pensato bene di munirsi di un coltello e di attaccare un altro pescatore. Ringrazio tutti ma non facciamo di tutti gli stranieri dei criminali: si è trattato di un balordo e un ubriacone, solo questo."
Daniele Petrone.